Come incentivare i ragazzi a diventare autonomi.
Scritto da Gabriele Guarnieri, in Adolescenti, Adulti, Famiglia
I ragazzi vorrebbero sentirsi autonomi e liberi di fare quello che desiderano, ma pretendono che i genitori siano a loro completa disposizione e pronti a risolvere tutti i loro dubbi.
La velocità della comunicazione di oggi, si è ben integrata sia con l’impulsività dei ragazzi, sia con gli stati ansiogeni dei genitori:
Sms da parte dei ragazzi:
“Cosa si mangia?”
“Ho finito i compiti posso uscire?”
“Ho finito i soldi mi fai una ricarica?”
Sms dei genitori:
“Mi raccomando stai attenta a scuola” Sms inviato alle 10:30 di un lunedì mattina.
“A che ora torni? Mi invii un sms quando parti?”
“Sei tornata a casa? Mi avevi detto che saresti tornata alle 23:30, sono le 23:40 e non sei ancora a casa!”
I ragazzi generalmente non riflettono sulle conseguenze delle loro richieste e/o dei loro comportamenti.
Il ruolo dell’adulto, dovrebbe essere quello di incentivare l’indipendenza e l’autonomia del proprio figlio e non la dipendenza. Criticare i figli di non essere in grado di gestirsi nei compiti, di non tenere in ordine, di non dare una mano in casa, e successivamente assecondarli in ogni loro richiesta, appare paradossale e rischia di inviare messaggi di incongruenza. Oltre a questo si rischia di incentivare il conflitto in casa, in quanto per forza di cose, si arriverà al punto per cui bisognerà mettere dei limiti e dei divieti, col rischio di innescare tiritere del tipo:
“Non sono come mio fratello e/o sorella”.
“Volete un figlio/a perfetto”
“Non avete fiducia, ce l’avete sempre con me”.
Rischiando di alimentare i già presenti sensi di colpa.
Come possiamo evitare tutto questo?
I ragazzi hanno bisogno di limiti e di capire che questi non derivano da fantasie o motivazioni strampalate dei genitori, ma dalla realtà.
Per incentivare i ragazzi a raggiungere la propria autonomia, i genitori in primis devono mettere un distacco, dimostrando (SEMPRE) e comunque fiducia in loro, ma aiutandoli a trovare delle strategie per ottenere quello che desiderano.
Vediamo praticamente come:
- Non si inviano sms ai propri figli se non per reali ed importanti esigenze (questo dovrebbe implicare un messaggio al giorno al massimo, il resto dei messaggi sono per abitudine o per stati ansiogeni; interessante a questo proposito è la teoria dei “genitori elicottero” di Crepet).
- Si risponde agli sms solo se per cose IMPORTANTI e quando si ha tempo: i ragazzi devono imparare ad avere pazienza, rispetto per gli altri e soprattutto provare ad arrangiarsi.
- Alle attività extrascolastiche i genitori non dovrebbero mai dire di no (anche per evitare conflitti inutili) ma aiutare i propri figli a riflettere sulla possibilità o meno di realizzare le loro richieste, ad esempio:
- Scelta del sport: ok a qualsiasi proposta ma aiutarli a valutare la possibilità di attuarlo.
Orario degli allenamenti, distanza, mezzo di trasporto, conciliabilità con lo studio e con le esigenze dei genitori. Con mezzo di trasporto intendo bicicletta, motorino, a piedi (anche se fa freddo…) oppure bus, da soli o se possibile in gruppo.
- Lo stesso equivale per gli “impegni improvvisi”, che con i ragazzi sono all’ordine del giorno: non possono pretendere che gli adulti siano sempre a loro disposizione. L’adulto dovrebbe solamente “ricordare” ai propri figli gli impegni già presi, sapere dire di NO e aiutarli a riflettere. In tali circostanze si lavora generalmente a posteriori: se si impuntano è meglio lasciarli fare e in caso di “risultati negativi”, portarli col famoso “senno di poi” a riflettere sulle scelte intraprese.
- La differenza sostanziale tra età evolutiva ed adolescenza, sta nel modo di approcciarsi a loro: se quando sono bambini si devono proteggere (ma nemmeno troppo), in età adolescenziale devono imparare a sbattere la testa… tutti noi sappiamo che il fuoco scotta perché almeno una volta ci siamo scottati.
- Dimostrarsi scialli… se decidono di invitare un amico all’ultimo minuto, una tantum lasciamo le porte aperte, ma ricordando che l’amico dovrà adattarsi alla cena che trova (anche il brodino se capita e state pur certi che la prossima volta ci penserà due volte prima di invitarsi).
Criticare invece i ragazzi per essere stati avvisati troppo tardi e di conseguenza in difficoltà a preparare qualcosa di “buono”, rischia di inviare messaggi ansiogeni e soprattutto di eccessiva sottomissione.
Anche i ragazzi devono imparare ad adattarsi…
Hanno bisogno di mettere un distacco dagli adulti, di provare ad essere autonomi, ma in questo devono essere aiutati. E’molto difficile che un ragazzo sappia organizzarsi una giornata o peggio ancora la settimana, ma non per questo saranno adulti persi e disorganizzati!!!
In adolescenza non dovrebbe essere il genitore a porre dei limiti alle loro richieste, se non in casi estremi, ma dovrebbe essere il ragazzo che piano piano capisce autonomamente e grazie al supporto degli adulti, se le sue scelte sono realizzabili o meno.
Dobbiamo guidare i ragazzi verso l’autonomia, partendo dal presupposto che in adolescenza sono tutto tranne che autonomi.