Serate formative sul rapporto Ragazzi – Web
Scritto da Gabriele Guarnieri, in Eventi
I ragazzi di oggi, rispetto ai loro coetanei di 20-30 anni fa, si dimostrano più riflessivi, intelligenti e psicologicamente più elastici, ma allo stesso tempo con una fragilità ed un’insicurezza maggiore.
Sempre più connessi al web attraverso i propri smartphone, pc e tablet ma decisamente più in difficoltà a gestire le relazioni interpersonali vis a vis. Appartengono a quella che viene definita da H. Gardner la “generazione app”: sono consapevoli di quello che la società gli richiede, vivono una vita sempre più dedita all’immagine di sé che al contatto con sé stessi.I post sui vari social, il vanto di aver raggiunto 500 amicizie su facebook o di avere avuto 1000 visualizzazioni sul “selfie” li porta a sentirsi gratificati, senza spesso valutare le possibili conseguenze. Le identità dei giovani appaiono sempre più confezionate, sviluppate per offrire un’immagine desiderabile e decisamente positiva, riducendo inevitabilmente in contatto con la propria dimensione interiore: i conflitti, le riflessioni ed i progetti per il futuro.
Il rischio, ed è proprio quello che sta accadendo, è che l’utilizzo delle applicazioni, dei social e del web in generis, diventi un mezzo dal quale dipendere anziché un’opportunità per raggiungere la propria indipendenza ed individualità.
In tutto questo gli adulti appaiono sempre più in difficoltà nella gestione dei ragazzi, così distanti e allo stesso tempo differenti dalle proprie esperienze giovanili, quando non esistevano telefoni, smarthpone, tablet e pc. Rispetto a qualche anno fa, i genitori di oggi sono più in contatto con i propri figli e con un desiderio quasi spasmodico di protezione. A differenza di quanto si possa ipotizzare però, maggiore è la connessione tra genitori e figli e minore è la possibilità che quest’ultimi riescano a raggiungere la propria autonomia, indipendenza ed individualità:
“Mia mamma mi manda dai 10 ai 15 sms al giorno, maledetta quella volta che le ho insegnato whatsapp!!!!”. Anna 17 anni.
I ragazzi hanno bisogno di mettersi in discussione, di provare e anche di sbagliare, perché solamente così potranno capire i loro limiti, ma anche le loro qualità e risorse.
“SIAMO SEMPRE PIU’ CONNESSI E SEMPRE PIU’ SOLI” S. Turkle.
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