Il ruolo dei genitori: allenatori fino a 10 anni, arbitri e superivsori dopo.
Scritto da Gabriele Guarnieri, in Adolescenti, Adulti, Famiglia
Tutti sappiamo che il fuoco scotta, anche perché ci siamo scottati almeno una volta, ciò nonostante, un conto è scottarsi da molto piccoli e un conto è scottarsi da grandini.
Nel primo caso non solo può spaventare, ma anche porre (in determinate situazioni) le basi per piccoli traumi futuri; nel secondo può portare al massimo a qualche lacrima e a qualche imprecazione!
Uno dei gesti che più mi piace dei genitori, è porre la mano attorno agli spigoli o alle parti sporgenti, quando i più piccoli si avvicinano.
Con i bambini è proprio così, bisogna:
anticipare le loro mosse per proteggerli;
spiegare le cose in modo semplice e adatto alla loro età.
Teniamo presente che il pensiero astratto si sviluppa attorno ai 10 anni ( usano le dite per contare fino a quest’età), quindi è poco sensato e soprattutto poco consigliato, spiegare le cose trattandoli da adulti.
Insomma il genitore con loro dovrebbe essere come un BUON ALLENATORE:
- Spiega le regole del gioco.
- Li protegge il più possibile, consapevole che potranno farsi del male (farsi delle sbucciature, fare delle cadute e prendere piccole pacche fa parte della loro crescita).
- Utilizza il gioco per aiutarli ad apprendere.
- Sa farsi rispettare ma non per questo deve spaventare.
- Ha pazienza ma sa mettere dei limiti.
- Pone gli obiettivi corretti: né troppo facili, né tanto meno troppo complessi.
- E’ presente nel momento del bisogno ma insegnara l’autonomia e l’indipendenza.
- E’ coerente.
Con I RAGAZZI tutto cambia.
Dalle medie in poi i ragazzi crescono, hanno maturato il pensiero astratto e sanno fare ragionamenti, quindi se non capiscono o meglio smettono di capire… non è per mancato comprendonio o mancata intelligenza, ma semplicemente per essere entrati in ADOLESCENZA!!
Il bello dei ragazzi è che detestano le regole degli adulti in generis, ma tra di loro e/o con i loro partner sono molto rigidi: pensate alle gang di strada, o ai rapporti di coppia un po’ troppo morbosi, ma anche alle compagnie in generis.
Con i ragazzi bisogna smettere di essere allenatori, hanno già imparato le regole del gioco, ora sta a loro metterle in pratica nel mondo (fuori di casa!).
Da qui in poi i genitori diventano ARBITRI e SUPERVISORI METICOLOSI, a volte fin troppo meticolosi…
Proprio come un BUON ARBITRO dovrebbe:
Pianificare e ricordare le regole del gioco: ai ragazzi vanno ricordati i loro impegni quotidiani.
Coerente: ricordate che quello che conta è la pratica, quindi attenzione al predicare bene e razzolare male.
Lascarli agire: con i ragazzi si lavora a posteriori, sulle conseguenze (si toglie la mano dagli spigoli e li si lascia prendere la botta per capirci).
Non cadere alle loro provocazioni: proprio come fa il giocatore DI CALCIO (e solo nel calcio) con l’arbitro, reagisce per sperare che cambi il suo verdetto (il ruolo dell’arbitro non è punire, ma quello di fare rispettare le regole del gioco). Vero è, che talvolta per farle rispettare, bisogna essere fermi e punire…
Essere NEUTRALI: non farsi condizionare dai propri pensieri e/o stili di vita.
Come un BUON SUPERIVSORE invece dovrebbe:
Controllare: a fine giornata monitorare se hanno svolto le loro attività.
Insegnare l’autonomia: essendo presenti al bisogno, ma incoraggiando l’autonomia e l’indipendenza.
Non entrare nel personale: non suggerire in base alle proprie esperienze, ma solamente in base al qui e ora.
Farli riflettere: aiutarli ad entrare in contatto con loro stessi e a trovare in loro la soluzione alle difficoltà.
Spesso con i ragazzi, funziona ciò che chiamo L’EFFETTO CALAMITA.
Più si cerca di starli vicini (incrementando gli aspetti di dipendenza) più tendono ad allontanarsi e a chiudersi, più ci si dimostra distaccati (incrementando così l’autonomia e l’indipendenza) più tendono ad avvicinarsi ed aprirsi.
In questo secondo caso, ok essere distaccati, MA SOLO ALLA’’APPARENZA, da “lontano” monitorare e supervisionare sempre!
Ricordate che ai ragazzi non piacciono le domande come stai, per loro i genitori dovrebbero sapere a prescindere come stanno, ricordando quello che gli sta accadendo e quello che gli è accaduto….
Alla faccia dell’essere scialli!!